4 GIUGNO
Intenzione
Riparare per coloro che vivono abitualmente in peccato.
IL CUORE
Consideriamo gli emblemi del Sacro Cuore e cerchiamo di trarre profitto
dagli insegnamenti che ci dà il Divin Maestro.
Le richieste che Gesù fece a Santa Margherita furono diverse; la più importante,
anzi quella che le racchiude tutte, è la richiesta dell'amore. La devozione al
Cuore di Gesù è devozione di amore.
Amare e non essere ricambiati nell'amore, è cosa che rattrista. Fu questo il
lamento di Gesù: vedersi trascurato e disprezzato da coloro che tanto ha amato e
tanto continua ad amare. Per spingerci ad innamorarci di Lui, presentò il Cuore
fiammeggiante.
Il Cuore! ... Nel corpo umano il cuore è il centro della vita; se non pulsa, c'è
la morte. Esso è preso come simbolo di amore. «Ti offro il cuore!» si dice alla
persona amata, volendo significare: Ti offro quanto ho di più prezioso, tutto il
mio essere!
Il cuore umano, centro e sorgente degli affetti, deve battere prima di tutto per
il Signore, Sommo Bene. Quando un dottore della legge chiese: «Maestro, qual è il
più grande comandamento?» rispose Gesù: «Il primo e massimo comandamento è
questo: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima
e con tutta la tua mente...» (Mt. 22,37).
L'amore di Dio non esclude altri amori. Gli affetti del cuore possono anche
dirigersi al nostro simile, ma sempre in rapporto a Dio: amare il Creatore nelle
creature.
E' ottima cosa quindi amare i poverelli, amare i nemici e pregare per loro.
Benedice il Signore gli affetti che uniscono i cuori degli sposi: dà gloria a
Dio l'amore che i genitori portano ai figli ed il loro ricambio.
Se il cuore umano si lascia senza freno, facilmente vi sorgono gli affetti
disordinati, che talora sono pericolosi e talvolta gravemente peccaminosi. Il
demonio sa che il cuore, se è preso da ardente amore, è capace del più grande
bene o del più grande male; perciò quando vuol trascinare un'anima all'eterna
perdizione, comincia a legarla con qualche affetto, dicendole dapprima che
quell'amore è lecito, anzi doveroso; poi le fa comprendere che non è un gran
male ed infine, vedendola debole, la getta nell'abisso del peccato.
È facile conoscere se l'affetto ad una persona è disordinato: nell'anima resta
l'inquietudine, si soffre di gelosia, si pensa di frequente all'idolo del cuore,
col pericolo di svegliare le passioni.
Quanti cuori vivono nell'amarezza, perché il loro amore non è secondo la volontà
di Dio!
Il cuore non può essere pienamente appagato in questo mondo; cominciano a
pregustare la sazietà del cuore, preludio della felicità eterna, soltanto coloro
che rivolgono gli affetti a Gesù, al suo Sacro Cuore. Quando Gesù regna sovrano
in un'anima, questa trova la pace, la vera gioia, avverte nella mente una luce
celeste che l'attrae sempre più al ben operare. I Santi amano fortemente Dio e
sono felici anche nelle inevitabili pene della vita. San Paolo esclamava:
«Sovrabbondo di gioia in ogni mia tribolazione ... Chi può separarmi dall'amore
di Cristo? ...» (II Corinti, VII-4). I devoti del Sacro Cuore devono nutrire
sempre affetti santi e tendere all'amore di Dio. L'amore si alimenta col pensare
la persona amata; perciò si rivolga spesso il pensiero a Gesù e s'invochi con
fervorose giaculatorie.
Quanto piace a Gesù l'essere pensato! Diceva un giorno alla sua Serva Suor
Benigna Consolata: «Pensami, pensami spesso, pensami di continuo!»
Si licenziava da un Sacerdote una pia donna: «Padre, disse, vorrebbe donarmi un
buon pensiero?» «Volentieri: Non lasciar passare un quarto d'ora, senza pensare
a Gesù!» Sorrise la donna.
«Perché questo sorriso?» «Dodici anni or sono mi diede lo stesso pensiero e lo
scrisse sopra un'immaginetta. Da quel giorno ad oggi sempre ho pensato a Gesù
quasi ogni quarto d'ora.» Il Sacerdote, che è lo scrivente, rimase edificato.
Pensiamo dunque spesso a Gesù; offriamogli sovente il cuore; diciamogli: «Cuore
di Gesù, ogni palpito del mio cuore sia un atto d'amore!»
In conclusione: non sprecare gli affetti del cuore, che sono preziosi, e
rivolgerli tutti a Gesù, che è il centro dell'amore.
Da peccatrice ... a Santa
Il cuore della donna, specie negli anni giovanili, è come un vulcano in
attività. Guai se non si domina!
Una giovane, presa da amore peccaminoso, si gettò a capofitto nell'immoralità. I
suoi scandali rovinarono tante anime. Così visse per nove anni, dimentica di
Dio, sotto la schiavitù di Satana. Il suo cuore però era inquieto; il rimorso
non le dava tregua.
Un giorno le fu annunziato che il suo amante era stato ucciso. Corse sul luogo
del delitto ed inorridì a vedere il cadavere di quell'uomo, che aveva
considerato come l'oggetto della sua felicità.
«Tutto finito!» pensò la donna.
La grazia di Dio, che suole agire nel tempo del dolore, toccò il cuore della
peccatrice. Ritornata a casa, rimase a lungo a riflettere; si riconobbe
infelice, macchiata di tante colpe, priva dell'onore ... e pianse.
Si fecero vivi i ricordi dell'infanzia, quando amava Gesù e godeva della pace
del cuore. Umiliata si rivolse a Gesù, a quel Cuore Divino che abbraccia il
figliol prodigo. Si sentì rinascere a nuova vita; detestò i peccati; memore
degli scandali, andò da porta in porta nel vicinato a chiedere perdono del
cattivo esempio dato.
Quel cuore, che prima aveva amato malamente, cominciò ad ardere d'amore per Gesù
e si sottopose ad aspre penitenze per riparare il male fatto. Si ascrisse tra le
Terziarie Francescane, imitando il Poverello d'Assisi.
Gesù fu lieto di tale conversione e lo dimostrò con apparire spesso a questa
donna. Vedendola un giorno ai suoi piedi pentita, come la Maddalena, l'accarezzò
dolcemente e le disse: «Brava la mia cara penitente! Sapessi, quanto ti amo!»
L'antica peccatrice oggi è nel numero delle Sante: S. Margherita da Cortona.
Buono per lei che troncò gli affetti peccaminosi e diede nel suo cuore il posto
a Gesù, Re dei cuori!
Fioretto
Abituarsi a pensare a Gesù spesso, anche ogni quarto d'ora.
Giaculatoria
Gesù, ti amo per coloro che non ti amano!