22 GIUGNO
Intenzione
Pregare per quelli che sono fuori della Chiesa Cattolica.
VITA DI FEDE
Un giovane era posseduto dal demonio; lo spirito maligno gli toglieva la parola,
lo gettava nel fuoco oppure nell'acqua e lo tormentava in diversi modi.
Il padre condusse questo infelice figlio dagli Apostoli, affinché lo
liberassero. Malgrado i loro tentativi, gli Apostoli non riuscirono. L'afflitto
padre si presentò a Gesù e piangendo gli disse: «Ti ho condotto mio figlio; se
tu puoi qualche cosa, abbi pietà di noi e vieni in nostro aiuto!»
Gesù gli rispose: «Se puoi credere, tutto è possibile a chi crede!» Il padre
esclamò tra le lacrime: «Io credo, o Signore! Aiuta la mia poca fede!» Gesù
allora sgridò il demonio ed il giovane rimase libero.
Gli Apostoli domandarono: «[Maestro,] perché noi non siamo riusciti a
scacciarlo?» Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: «Spostati da qui a là», ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile»
(Mt 17,19-20).
Che cosa è questa fede, che Gesù richiedeva prima di operare un miracolo? È la
prima virtù teologale, il cui germe Dio mette nel cuore nell'atto del Battesimo
e che ognuno deve far germogliare e sviluppare con la preghiera e le buone
opere.
Il Cuore di Gesù ricorda oggi ai suoi devoti la guida della vita cristiana, che
è la fede, perché il giusto vive di fede e senza fede è impossibile piacere a
Dio.
La virtù della fede è un abito intrinsecamente soprannaturale, che dispone
l'intelligenza a credere fermamente alle verità rivelate da Dio ed a darne
l'assenso.
Lo spirito di fede è l'attuazione di questa virtù nella vita pratica, per cui
non bisogna contentarsi di credere a Dio, a Gesù Cristo ed alla sua Chiesa, ma
si deve improntare tutta la vita alla luce soprannaturale. «Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta.»
(Giac 2,17). Anche i demoni credono, eppure sono
nell'inferno.
Chi vive di fede, è come colui che di notte cammina rischiarato da una
lampada; sa dove mettere i piedi e non inciampa. Gl'increduli e i noncuranti
della fede sono come i ciechi che vanno brancolando e nelle prove della vita
cadono, si rattristano o si disperano e non raggiungono il fine per cui sono
stati creati: l'eterna felicità.
La fede è il balsamo dei cuori, che sana le ferite, addolcisce la dimora in
questa valle di lacrime e rende meritoria la vita.
Coloro che vivono di fede, possono paragonarsi a quei fortunati che nei forti
calori estivi dimorano in alta montagna e godono il fresco e l'aria ossigenata,
mentre nella pianura la gente soffoca e smania.
Coloro che frequentano la Chiesa, e particolarmente i devoti del Sacro Cuore,
hanno la fede e devono ringraziare il Signore perché la fede è dono di Dio. Ma
in tanti la fede è poca, molto debole e non apporta i frutti che il Sacro Cuore
attende.
Ravviviamo la nostra fede e viviamola appieno, affinché Gesù non abbia a dirci:
«Dov'è la vostra fede?» (Lc 8,25).
Più fede nella preghiera, convinti che se ciò che domandiamo è conforme ai
voleri divini, l'otterremo presto o tardi, purché la preghiera sia umile e
perseverante. Persuadiamoci che la preghiera non è mai sprecata, perché se non
otteniamo ciò che chiediamo, otterremo qualche altra grazia, forse maggiore.
Più fede nel dolore, pensando che di esso si serve Iddio per distaccarci dal
mondo, per purificarci e per arricchirci di meriti.
Nelle pene più atroci, quando il cuore sanguina, ravviviamo la fede ed
invochiamo l'aiuto di Dio, chiamandolo col dolce nome di Padre! «Padre nostro,
che sei nei Cieli ...». Egli non permetterà che i figli abbiano sulle spalle una
croce più pesante di quella che possano sopportare.
Più fede nella vita quotidiana, ricordandoci spesso che Dio ci è presente, che
vede i nostri pensieri, che vaglia i nostri desideri e che tiene in conto tutti
i nostri atti, benché minimi, anche un solo buon pensiero, per darci a suo tempo
un'eterna ricompensa. Più fede dunque nella solitudine, per vivere nella massima
modestia, perché mai siamo soli, trovandoci sempre alla presenza di Dio.
Più spirito di fede, per sfruttare tutte le occasioni che la bontà di Dio ci
presenta per guadagnare meriti: l'elemosina ad un poverello, un favore a chi non
lo merita, il silenzio in un rimprovero, la rinunzia ad un piacere lecito ...
Più fede nel Tempio, pensando che vi dimora Gesù Cristo, vivo e vero, circondato
da schiere di Angeli e quindi: silenzio, raccoglimento, modestia, buon esempio!
Viviamo intensamente la nostra fede. Preghiamo per quelli che non l'hanno.
Ripariamo il Sacro Cuore di tutte le mancanze di fede.
Ho perduta la fede
La fede, d'ordinario, sta in rapporto alla purezza; più si è puri, più si sente
la fede; più si cede all'impurità, più diminuisce la luce divina, sino ad
eclissarsi del tutto.
Un episodio della mia vita sacerdotale comprova l'argomento.
Trovandomi in una famiglia, mi colpì la presenza di una donna, vestita con
eleganza e ben truccata; il suo sguardo non era sereno. Approfittai per dirle
una buona parola. «Pensi, signora, un poco all'anima sua!»
Quasi offesa del mio dire, rispose: «Che significa?»
«Come ha cura del corpo, l'abbia anche dell'anima. Le raccomando la
Confessione.»
«Cambi discorso! Non mi parli di queste cose.»
L'avevo toccata sul vivo; e continuai: «Lei, dunque, è contraria alla
Confessione. Ma sempre nella sua vita è stata così?»
«Sino ai venti anni andavo a confessarmi; poi ho cessato e non mi confesserò
più.»
«Dunque ha perduta la fede?» «Sì, l'ho perduta! ...»
«Le dico io il motivo: da che si è data alla disonestà, non ha più fede!»
Difatti un'altra signora, ch'era presente, mi disse: «Da diciotto anni questa
donna mi ha rubato il marito!»
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio! (Mt 5,8). Lo vedranno
faccia a faccia in Paradiso, ma lo vedono anche sulla terra con la loro viva
fede.
Fioretto
Stare in Chiesa con molta fede e fare devotamente la
genuflessione davanti al SS. Sacramento, pensando che Gesù è vivo e vero nel
Tabernacolo.
Giaculatoria
Signore, accresci la nostra fede!