27 GIUGNO
Intenzione
Pregare affinché i Missionari convertano gl'infedeli.
LA TIEPIDEZZA
Nel libro dell'Apocalisse (III - 15) si legge il rimprovero che Gesù fece al
Vescovo di Laodicea, il quale si era rallentato nel divino servizio: «Mi sono
note le tue opere e so che non sei né freddo; né caldo. O fossi tu freddo o
caldo! Ma poiché sei tiepido, né freddo, né caldo, comincerò a vomitarti dalla
mia bocca... Fa' penitenza. Ecco, io sto alla porta e busso; se uno ascolterà la
mia voce e mi aprirà la porta, io entrerò da lui.»
Come Gesù rimproverò la tiepidezza di quel Vescovo, così la rimprovera in coloro
che si mettono al suo servizio con poco amore. La tiepidezza, o accidia
spirituale, fa nausea a Dio, sino a provocarlo al vomito, parlando in linguaggio
umano. Spesso è da preferirsi un cuore freddo ad uno tiepido, perché il freddo
potrebbe infervorarsi, mentre il tiepido suole restare sempre tale.
Tra le promesse del Sacro Cuore abbiamo questa: «I tiepidi diventeranno
fervorosi».
Poiché Gesù ha voluto fare una promessa esplicita, vuol dire che desidera che i
devoti del suo Divin Cuore siano tutti fervorosi, pieni di slancio nell'operare
il bene, interessati della vita spirituale, premurosi e delicati con Lui.
Consideriamo cosa sia la tiepidezza e quali siano i rimedi per risorgerne.
La tiepidezza è una certa noia nel fare il bene e nel fuggire il male; per
conseguenza i tiepidi trascurano i doveri della vita cristiana con molta
facilità, oppure li compiono malamente, con negligenza. Esempi di tiepidezza
sono: tralasciare la preghiera per pigrizia; pregare sbadatamente, senza sforzo
per stare raccolti; rimandare da un giorno all'altro un buon proponimento, senza
poi attuarlo; non mettere in pratica le buone ispirazioni, che con insistenza
amorosa Gesù fa sentire; trascurare tanti atti di virtù per non imporsi dei
sacrifici; darsi poco pensiero del progresso spirituale; più che tutto,
commettere tante piccole colpe veniali, volontariamente, senza rimorso e senza
voglia di correggersi.
La tiepidezza, che di per sé non è colpa grave, può portare al peccato mortale,
perché rende la volontà debole, incapace di resistere ad una forte tentazione.
Non facendo caso dei peccati leggeri, o veniali, l'anima tiepida si mette sopra
un pendio pericoloso e potrebbe precipitare nella colpa grave. Lo dice il
Signore: «Chi disprezza le piccole cose, a poco a poco cadrà nelle grandi» (Eccl.,
XIX, 1).
La tiepidezza non si confonda con l'aridità di spirito, che è uno stato
particolare in cui possono trovarsi anche le anime più sante.
L'anima arida non prova le gioie spirituali, anzi spesso ha noia e ripugnanza a
fare il bene; tuttavia non lo tralascia. Cerca di piacere in tutto a Gesù,
evitando le piccole mancanze volontarie. Lo stato di aridità, non essendo
volontario e neppure colpevole, non dispiace a Gesù, anzi gli dà gloria e porta
l'anima ad un alto grado di perfezione, distaccandola dai gusti sensibili.
Ciò che deve combattersi è la tiepidezza; la devozione al Sacro Cuore ne è il
rimedio più efficace, avendo Gesù fatta la promessa formale «I tiepidi
diventeranno fervorosi».
Non si è dunque veri devoti del Cuore di Gesù, se non si vive fervorosamente.
Per riuscirvi:
1. Fare attenzione a non commettere con facilità le piccole mancanze,
volontariamente, ad occhi aperti. Quando si ha la debolezza di farne qualcuna,
si rimedi subito col chiedere perdono a Gesù e col compiere una o due opere
buone in riparazione.
2. Pregare, pregare spesso, pregare attentamente e non tralasciare per
noia alcun esercizio devoto. Chi fa bene la meditazione ogni giorno, anche per
breve durata, certamente supererà la tiepidezza.
3. Non lasciar passare giorno, senza avere offerto a Gesù alcune piccole
mortificazioni, o sacrifici. L'esercizio dei fioretti spirituali rimette il
fervore.
Lezioni di fervore
Un indiano di nome Ciprà, convertitosi dal paganesimo alla fede cattolica, era
divenuto fervente devoto del Sacro Cuore.
In un infortunio del lavoro riportò una ferita alla mano. Lasciò le Montagne
Rocciose, ov'era la Missione Cattolica, ed andò lontano in cerca del medico.
Questi, vista la gravità della ferita, disse all'indiano di fermarsi con lui per
qualche tempo, per curare bene la ferita.
«Io non posso fermarmi qui - rispose Ciprà - domani sarà il Primo Venerdì del
Mese ed io dovrò trovarmi alla Missione per ricevere la Santa Comunione. Dopo
ritornerò.» Ma dopo - soggiunse il medico - potrebbe svilupparsi l'infezione e
forse dovrò tagliarvi la mano!» «Pazienza, mi taglierete la mano, ma non avverrà
mai che Ciprà lasci nel giorno del Sacro Cuore la Comunione!»
Ritornò alla Missione, con gli altri fedeli rese onore al Cuore di Gesù e poi
rifece il lungo viaggio per presentarsi al medico.
Osservata la ferita, il medico indispettito esclamò: «Ve l'avevo detto! È
cominciata la cancrena; ora devo tagliarvi tre dita!»
«Le tagli pure!... Vada tutto per amore del Sacro Cuore!» Con animo forte subì
l'amputazione, contento di avere ben comprata quella Comunione del Primo
Venerdì.
Quale lezione di fervore dà un convertito a tanti fedeli tiepidi!
Fioretto
Fare alcune mortificazioni di gola, per amore del Sacro
Cuore.
Giaculatoria
Cuore Eucaristico di Gesù, ti adoro per quelli che non ti
adorano!