ovena a San
Filippo Neri
(inizia il 17 maggio e si festeggia il 26 maggio)
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Inno e preghiere a San Filippo Neri
Primo giorno
meditazione
LA PREGHIERA DI FILIPPO
Fin da giovane,
Filippo si diede all'esercizio della preghiera. Amava ritirarsi spesso in
solitudine e starsene in meditazione. Una volta diventato adulto, si dice
passasse a volte anche quarant'ore continuate in preghiera, rammaricandosi di
dover interrompere per prendere cibo e riposo. Era tanto l'affetto che aveva
verso l'orazione che volle che la Congregazione istituita si chiamasse proprio
Congregazione dell'Oratorio ("Oratorium ab oratione dicitur", cfr. Costit. I).
L'unione a Dio nella preghiera è l'esempio più fulgido che il santo Padre
Filippo lascia di sé. Noi spesso, tra tante ore del giorno, non sappiamo più
ricavare un quarto d'ora per staccarci dalle cose del mondo e pensare a Dio, ai
beni dell'altra vita, all'eternità.
Filippo riponeva nella preghiera tutta le
sua fiducia. Non intraprendeva mai nessuna cosa importante senza prima avervi
premesso l'orazione. Ed era solito dire: Se trovo il tempo per stare in
preghiera, ho sicura speranza di ottenere dal Signore qualsiasi grazia Gli
domandi. Ed infatti, tutto otteneva da Dio.
La preghiera di Filippo era
talmente fervente che era sempre accompagnata da lacrime di commozione. Piangeva
al pensiero delle offese che con tanta leggerezza si fanno a Dio, ma
specialmente arrivava alle lacrime quando contemplava la Passione di Cristo.
"Toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne" (Ez
36,26). E' la promessa di Dio.
Quanto abbiamo bisogno di un cuore nuovo! Il
nostro cuore indurito non è più capace di penetrare nell'abisso dell'amore di
Dio. Abbiamo bisogno di un cuore che sappia amare davvero Dio, voler rimanere
attaccato a Lui e, per amor suo, decidersi di voler estirpare da noi tante
abitudini, peccati, vizi che infestano la nostra vita e ci distolgono da Lui e
dal nostro vero bene.
Pater, Ave,
Gloria
Preghiera
San Filippo, tu che amasti così tanto la preghiera e
fosti in essa così favorito da Dio, ottienimi uno stabile affetto verso questo
santo esercizio, perché non mi stanchi mai di rimanere unito al Signore.
Fa'
ch'io possa esserne così amante che nelle mie occupazioni, nei miei affari mai
perda di vista il mio Dio. Ottienimi quello spirito fervoroso che per tanti tuoi
devoti hai impetrato e fa' che, sul tuo esempio, io possa amare di stare unito a
Dio con la preghiera, così che dopo essere vissuto quaggiù in un'intima
comunione con Lui, io possa meritare di goderLo insieme a te per l'eternità.
Amen.
Secondo giorno
meditazione
L'UMILTÀ DI FILIPPO
Filippo era talmente
umile davanti a Dio che ci volle un esplicito comando del suo confessore perché
si decidesse a diventare sacerdote. Non voleva ricevere il sacerdozio, infatti,
perché sapeva di esserne indegno. Fu sempre schivo da qualsiasi ombra di onore
che non solo rifiutò dignità, prelature e fin'anche la porpora cardinalizia, ma
neppure voleva essere chiamato fondatore della Congregazione dell'oratorio. Si
studiò sempre di tenere nascosti all'ammirazione degli uomini quei doni di cui
la misericordia di Dio l'aveva arricchito.
Era da tutti ritenuto un santo,
anche per i miracoli che, già in vita, erano stati accordati per sua
intercessione. Personaggi di ogni dove, cardinali, principi e gli stessi Sommi
Pontefici (fra i quali qualcuno si abbassò anche a baciargli la mano) gli
mostravano, comunque, la loro stima. Eppure, si riteneva seriamente il più
grande peccatore del mondo. Spesso ripeteva piangendo: Povero me! Misero me!
Non ho mai fatto del bene!
Filippo non solo si preoccupò di aborrire
onori e dignità, ma si ingegnò in ogni modo di occultare al mondo le virtù per
le quali poteva essere lodato, mostrandosi spesso come uomo vile, pazzo ed
imprudente, inventandosi mille modi per essere deriso e disprezzato.
Siate
umili, state bassi… perché Dio, a volte, suole umiliare la superbia col
permettere vergognose cadute…
Pater, Ave,
Gloria
Preghiera
Umilissimo san Filippo, che per essere vero imitatore di
Cristo hai sempre disprezzato le lodi umane e, anzi, hai goduto di essere
disprezzato dagli uomini, chiedo a te di farmi comprendere il vantaggio della
vita nascosta e la sublimità che è racchiusa nei servizi più bassi ed abietti.
Imprimi anche in me quella bassa considerazione che hai avuto di te stesso, che
ti faceva credere di essere il peggiore degli uomini, affinché quel bene che mi
prefiggo di fare, con la grazia di Dio, non sia vanificato dalla mia compiacenza
o dalle lodi degli uomini. Ottienimi la vera umiltà del cuore e la reale
conoscenza del mio essere niente, perché io possa stare in verità davanti a Dio
e l'umiltà della mia vita attiri il Suo sguardo su di me.
Amen.
Terzo giorno
meditazione
LA PAZIENZA DI FILIPPO
Filippo mostrò
sempre una pazienza eroica, specialmente nelle sue infermità che, per le sue
grandi fatiche, gli erano frequenti. Non diede mai alcun segno di tristezza per
grandi che fossero i suoi dolori o la lunghezza delle febbri, anzi diceva
spesso: Non sono degno di ricevere dal Signore il dono delle tribolazioni e
dei travagli.
Ma la pazienza di Filippo si mostrò maggiormente nel
sopportare ingiurie, contrarietà, persecuzioni. E non era schernito solamente
nelle corti, nelle piazze e dagli sfaccendati, fu più volte, ingiustamente,
ripreso da personaggi di molto riguardo. In queste occasioni, non faceva altro
che benedire Dio, come Giobbe, e confondeva con la sua pazienza tutti coloro che
lo tormentavano.
Seguendo, inoltre, fino in fondo i suggerimenti evangelici,
ricompensava le ingiurie ricevute benedicendo (cfr. 1 Pt 3,9), pregando Dio per
la salute di chi lo insultava, tanto che si stancavano prima i suoi persecutori
nel contrariarlo che lui nel sopportarli. Si diceva abitualmente di lui: Al
Padre Filippo si può dire o fare qualsiasi cosa, tanto non si turba mai…
E' così, in fondo, che si mette in pratica quanto chiediamo quotidianamente nel
Padre Nostro: rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori… Gesù ci ha rivelato che il Padre farà dipendere il perdono delle
nostre colpe dal perdono che avremo saputo accordare a coloro che ci hanno
offeso.
Pater, Ave,
Gloria
Preghiera
San Filippo, tu mi hai mostrato con le parole e con gli
esempi che le persecuzioni degli uomini e le tribolazioni della vita ad altro
non servono che ad irrobustire le anime nell'amore di Dio: insegnami a
comprendere questa verità nella mia vita; aiutami a mettere un freno ai miei
trasporti d'ira, ai miei scatti di impazienza, perché io possa essere verso di
tutti accogliente, mansueto e pacifico e per amor di Dio sopporti pazientemente
le croci che la vita mi riserva, per essere fedele a Dio fino alla morte.
Amen.
Quarto giorno
meditazione
LA PUREZZA DI FILIPPO
La purezza del corpo, fra tutte le virtù, fu quella più cara a Filippo. Egli
seppe sempre conservare intatta questa virtù. Chi lo conobbe, testimoniava come
sprigionassero purezza i suoi occhi, e così tutto il suo corpo, che pare
emanasse anche un odore meraviglioso. Non solo confortava chi gli si rivolgeva,
ma con il solo toccarlo dileguava in lui ogni stimolo impuro.
Non si trattò
di una virtù gratuita, ma conquistata. Fu più volte osteggiata; sappiamo che da
giovane più d'una volta fu incitato al peccato e anche da sacerdote molte volte
gli furono tese insidie da donne di condotta immorale, ma, com'egli diceva,
nella guerra del senso vince chi fugge: e fu proprio fuggendo che rimase
vincitore tutte le volte.
Per custodire la sua virtù preferita, Filippo usava
allenare i suoi sensi alla mortificazione, stava attento a fuggire le occasioni
che potevano portare al peccato, rimaneva sempre unito a Dio con la preghiera e
i sacramenti, e aveva una fervente devozione alla Beatissima Vergine.
Queste
erano le sue armi. E per questo Filippo è speciale protettore di coloro che
amano questa virtù.
Pater, Ave,
Gloria
Preghiera
Glorioso San Filippo, che per la tua castità angelica
hai meritato di vedere il Figlio della Vergine e più volte fosti rallegrato
dalla visita degli Angeli, ispira anche in me un amore efficace verso questa
virtù celeste. Tu che dai primi anni hai trattato duramente il tuo corpo
innocente per assoggettarlo sempre più allo Spirito, ottienimi la grazia di
fuggire le illusorie suggestioni della carne e di custodire ogni mio sentimento
da ogni cosa possa macchiarlo, così che possa un giorno venire anch'io a godere
con te quella beatitudine che Gesù Cristo ha promesso ai puri di cuore.
Amen.
Quinto giorno
meditazione
IL DISTACCO DALLE COSE MATERIALI
L'animo
di Filippo era molto staccato dai beni terreni. Rifiutò non solo la ricca
eredità di un suo zio, ma neppure si curò di quella paterna. In vita rifiutò
sempre eredità e donazioni varie, anche ingenti, offertigli da più persone.
Non si lasciò mai neanche abbagliare dalle mitrie o dalla porpora stessa, più
volte offertagli, ma invano, da due Papi, e a chi voleva persuaderlo ad
accettare, rispondeva con gli occhi al cielo: Paradiso! Paradiso!
Non
scorgeva nei beni terreni nessuna felicità, nulla che appagasse i suoi desideri.
Diceva: Nulla trovo in questo mondo di bene. Chi vuole la roba non avrà mai
lo Spirito, e chi vuol altro che Cristo, non sa quel che vuole.
Il
pensiero che in questo mondo non vi è nulla che possa portare al vero bene, sarà
la verità che ci terrà lontani dall'attaccare il cuore a cose vane, che portano
lontano dal Signore: "Quanto difficilmente quelli che hanno ricchezze entrano
nel Regno di Dio!" (cfr. Lc 18,24)
Pater, Ave,
Gloria
Preghiera
O grande Santo, che preferisti una vita povera e austera
alle comodità che ti offriva la tua casa e Roma, per insegnare anche a noi a
disprezzare le ricchezze transitorie e cercare piuttosto i beni eterni, aiutami
a staccare anche il mio cuore da tutto ciò che il mondo ingannevole mi promette,
e aiutami anzi ad amare la povertà: che io mi ricordi di essere un povero servo
di Dio. Che possa anch'io gustare i beni che sono promessi ai poveri di spirito
nell'eternità beata!
Amen.
Sesto giorno
meditazione
L'AMORE DI DIO
L'amore di Filippo verso
Dio fu sempre puro, disinteressato, non condizionato da alcuna motivazione
terrena. Amava Dio teneramente, e desiderava amarlo sempre di più. Il suo cuore
era talmente innamorato di Dio che, non potendo per la gran veemenza essere
contenuto tutto nel suo petto, gli si spezzarono visibilmente due costole e il
suo cuore fu dilatato dallo Spirito Santo. Dai suoi occhi e dalla sua faccia si
vedevano sprizzare quasi scintille di fuoco, per effetto di quella fiamma
d'amore che lo consumava interiormente. Avrebbe voluto spargere il suo sangue
per Gesù, pensando, agli inizi della sua missione, di andare nelle Indie per
evangelizzarle, ma non era questa la Volontà di Dio su di lui. Più operava e più
gli sembrava di non fare niente a gloria di Dio, perché avrebbe voluto fare
sempre di più, per manifestarGli il suo amore. Sulla sua bocca si sentiva
ripetere: Io non ti ho mai amato, eppure ti vorrei amare, Gesù mio… Quando
comincerò a fare del bene?... Beati voi, giovani, che avete tanto tempo per fare
del bene…
Pater, Ave,
Gloria
Preghiera
San Filippo, alla tua presenza io confesso
l'ingratitudine con la quale ho corrisposto fin'ora all'amore di Dio, confesso
di non essere stato capace di amare quella Bontà Infinita come tu l'hai amata
sulla terra, non l'ho amata gratuitamente, né con tutto il cuore. Come ai tuoi
figli devoti hai ottenuto fiamme d'amore divino, così ottienile per me, perché
possa anch'io staccare il mio cuore dalle creature e non curarmi più delle vane
attrattive del mondo. Ottienimi un amore puro ed efficace, perché solo Dio sia
l'oggetto del mio cuore e il mio unico desiderio, nel tempo e per l'eternità.
Amen.
Settimo giorno
meditazione
L'AMORE VERSO IL PROSSIMO
Prima e dopo
il suo essere sacerdote, Filippo si premurò sempre di aiutare il prossimo nel
cammino verso Dio con vari esercizi di devozione. Era affabilissimo con tutti,
per portare tutti a Dio.
A Roma girava dappertutto, per le piazze, per le
scuole, per ogni dove, al fine di riportare sulla via della salvezza chi ne era
lontano. E molto spesso riuscì, con le sue buone maniere, non solo a ricondurre
alla verità ebrei ed eretici, ma anche a convertire numerosi peccatori ostinati.
Ma non si preoccupava solamente della salute delle anime, era molto sollecito a
venire in aiuto anche nei bisogni materiali. Famiglie afflitte, ragazze povere,
vedove abbandonate, pellegrini senza dimora, malati convalescenti, e qualunque
genere di persone trovavano presso di lui conforto e sostentamento. Arrivò sino
a spogliarsi delle sue vesti, non avendo altro da dare per coprire qualche
povero.
E a tutto questo univa una giovialità d'animo unica: allegro sempre
verso tutti, affabile nell'aspetto e mansueto nel discorso. Stimava tutti,
onorava tutti e compativa tutti. I suoi contemporanei dicevano che l'aver avuto
a che fare con lui una sola volta bastava a rimanerne rapiti.
Eppure, come
per Dio, anche per il prossimo era convinto di non saper fare nulla: Se io vi
amassi, Signore, sopra ogni cosa, amerei anche il mio prossimo come me stesso…
Fate, o Signore, che io ami i miei fratelli nelle viscere di Gesù Cristo…
"Amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare
il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici". (cfr.
Mc 12,33).
Pater, Ave,
Gloria
Preghiera
San Filippo, che con tanta premura ti adoperasti sempre
a favorire la salute spirituale e materiale del prossimo, concedimi con la tua
dolcezza l'impulso ad avere una tenera compassione verso i poveri e a promuovere
la conversione delle anime traviate che incontro sulla mia strada, con le parole
e con l'esempio. Ottienimi uno spirito pacifico e mite, che non possa mai dire
parole nocive o che possano amareggiare il mio prossimo, che io anzi desideri
sinceramente il bene di coloro che mi perseguiteranno o mi saranno molesti. Che
io possa amare il mio prossimo, e soprattutto i piccoli, per essere da loro un
giorno accolto nel Regno dei Cieli.
Amen.
Ottavo giorno
meditazione
LA DEVOZIONE DI FILIPPO
Filippo fu un
grande devoto innanzitutto dell'Eucaristia. Anche da laico, si comunicava
ordinariamente ogni mattina. E così da sacerdote: quando stava bene celebrava
ogni mattina, e, se impedito dalla malattia, si comunicava ogni mattina. Non si
può dire la diligenza che usava nel prepararsi, la dolcezza e il rendimento di
grazie col quale riceveva il Signore. Tutti i suoi piaceri consistevano o nello
stare molte ore al giorno in preghiera davanti al SS. Sacramento o nel riceverlo
nel suo petto. Riceverlo ed essere rapito in estasi era per lui una sola cosa, e
per evitare di dare spettacolo, si decise di celebrare in una cappella privata,
e la sua celebrazione durava ormai ore intere.
La sua devozione era molto
intensa anche per la Passione del Signore. Quando se ne parlava o si leggeva
qualcosa in merito, soprattutto nella settimana santa, non poteva trattenere le
lacrime, e per i singhiozzi non riusciva ad andare più avanti, lettura o
discorso che fosse.
Aveva con sé un crocifisso di bronzo, staccato dalla
croce, per poter con esso sfogarsi liberamente nelle sue effusioni.
Ma una
devozione tenerissima la riservava per Maria. Fin da fanciullo nutrì un affetto
particolare verso di Lei, chiamandola con santa semplicità la Mamma mia.
Divenuto adulto, non cessò mai di lodarla e di farla onorare dai suoi. Diceva a
tutti: Siate devoti della Madonna, figli miei, siate devoti di Maria;
sappiate che non vi è mezzo più potente per ottenere grazie da Dio che la
Madonna Santissima.
Pater, Ave,
Gloria
Preghiera
San Filippo, tanto favorito da Gesù e da Maria per la
tenera devozione che hai sempre avuto verso di Loro, illumina il mio intelletto
e infiamma la mia volontà, perché non desideri altro che rimanere unito al mio
Signore Gesù. Il tuo esempio mi stimoli ad avere verso Maria un amore rispettoso
ed un affetto filiale. Insegnami cosa fare nella mia vita per piacere a questa
purissima Vergine e soprattutto ottienimi da Lei un grande amore verso la
purezza, perché così Ella possa rivolgere il suo sguardo benigno su di me, e mi
concederà di amarla in vita e di goderla con te per tutta l'eternità.
Amen.
Nono giorno
meditazione
LA PERSEVERANZA DI FILIPPO
Filippo non
lasciò mai la via del bene che intraprese fin da piccolo. Ogni giorno della sua
vita fu ricco di devozione e di opere di carità. Infiammato dall'amore di Dio e
dedito al bene del prossimo, si prodigò fino all'ultimo con grande generosità
nel suo ministero sacerdotale. Voleva che il Signore, al momento della morte, lo
trovasse fedele e intento nelle opere di pietà.
Non ci furono né contrasti,
né fatiche che lo convinsero mai a far marcia indietro da quanto di bene si era
proposto. E soleva dire anche ai suoi: Non bisogna mai tralasciare le proprie
devozioni, perché se il demonio ve le fa lasciare una volta sola, facilmente ve
le farà lasciare anche la seconda, e poi la terza, finché ogni cosa si risolverà
in niente.
Esortava i suoi a perseverare nel bene, fino alla morte e
ricordava, specialmente ai giovani, che per essere costanti nel servizio di Dio,
fuggissero dalle occasioni del male, partecipassero alla Messa quotidianamente e
fossero devoti di Maria. Volle che all'Oratorio, ogni sera, si recitassero 5
Pater e Ave proprio per impetrare la virtù della perseveranza.
Ricordava a
tutti che rinnovassero spesso i buoni propositi e mai si perdessero d'animo a
causa della tentazione contraria che dovesse sorgere.
Pater, Ave,
Gloria
Preghiera
O nostro Santo protettore, che infondesti nei tuoi
devoti il dono della perseveranza nel bene, degnati di implorarlo anche per me.
Ottienimi la grazia di espiare i miei peccati in vita, di spezzare i legami che
mi tengono legato alla vanità del mondo e di avere invece una ferrea costanza
nella pratica della vita cristiana, cosicché io possa sperare nella beatitudine
eterna con te in Paradiso.
Amen.
anonimo
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